Scavi e ricerche ad Althiburos (INP e ISMA-CNR)

Massimo Botto1, Nabil Kallala2, Sergio Ribichini3

1 Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico (ISMA-CNR), Roma
2 Université de Tunis et Institut National du Patrimoine (INP), Tunis
3 Istituto per la Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali (ICVBC-CNR), Roma

Il progetto di scavi e ricerche congiunte dell’Institut National du Patrimoine (INP), di Tunisi, e dell’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico del Consiglio Nazionale delle Ri­cerche (ISMA-CNR), di Roma, è volto al recupero del santuario-tofet consacrato a Baal Hammon-Saturno, individuato negli anni 2000 da Nabil Kallala ai margini settentrionali dell’antica città di Althiburos (Fig. 1), odierna el Médéïna, sull’altopiano del Ksour. Esso ha preso avvio nel 1997 con la firma di un accordo quadro tra l’INP e l’allora Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo Antico (ISCIMA, poi assorbito dall’attuale ISMA); l’intesa è stata rinnovata nel 2013 per un ulteriore quadriennio.Fig. 1.  L’area del santuario-tofet in corso di scavo vista da Nord  sullo sfondo i resti dell’insediamento romano (Foto di M. Botto).

Il progetto si avvale di un finanziamento congiunto dell’INP, del CNR e del Ministero de­gli Affari Esteri della Repubblica italiana (Direzione generale per la promozione del Sistema Paese, Settore Archeologia) e prevede lo scavo, la pubblicazione e la valorizzazione del luogo sacro. La responsabilità scientifica dell’impresa è stata affidata, per la parte tunisina, a Nabil Kallala e, per la parte italiana, a Sergio Ribichini, fino al suo collocamento in pensione agli inizi del 2015, quando è stato sostituito in tale ruolo da Massimo Botto.

L’accordo prevede indagini a tutto campo, con ricerche interdisciplinari coinvolgenti, con l’archeologia, anche altre scienze dell’Antichità, le tecnologie applicate ai Beni Culturali e la storia delle religioni, l’antropologia fisica e l’archeozoologia. Nei proponimenti dei responsa­bili, inoltre, lo scavo del “tofet” di Althiburos rappresenta un terreno ottimale sia per la ricerca di base, condotta in sinergia tra tunisini e italiani, sia per la formazione congiunta di giovani ricercatori dei due paesi.

Ad arricchire le competenze presenti nell’INP e nell’ISMA concorrono varie altre istitu­zioni, in particolare l’Université 9 Avril e l’Institut Supérieur des Métiers du Patrimoine di Tunisi, l’Università di Roma “La Sapienza”, l’Università degli Studi di Pisa, il Museo Preisto­rico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma, l’Università del Salento di Lecce, il Centro “Món Iber Rocs” di Barcellona.

Le tristi vicende che hanno insanguinato la Tunisia, e particolarmente l’attentato al Museo del Bardo del 18 marzo 2015, hanno spronato l’équipe a stringere ancor più i legami tra i due Paesi e le rispettive istituzioni, con manifestazioni di solidarietà e iniziative di stretta collabo­razione per la ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale. Non a caso, l’avvio dello “stu­dio di fattibilità” che ha portato alla nascita della “Scuola Archeologica Italiana di Cartagine” ha visto come scenario proprio il progetto di cooperazione tra INP e ISMA per Althiburos, dapprima nel contesto di un convegno che si è svolto a Roma il 12 aprile 2013, e quindi con un “Atelier” specificamente dedicato all’iniziativa in questione il 18 dicembre 2014.

L’indagine su questo luogo sacro, d’altro canto, rivela elementi di grande originalità, e no­nostante le difficoltà relative alla sicurezza che hanno impedito la prosecuzione delle indagini sul terreno negli ultimi anni si spera di pubblicare presto un primo volume con il Rapporto. Alla luce del materiale in corso di studio e finora presentato in lavori preliminari5, tale ricerca appare foriera di risultati per la storia dell’architettura, dell’epigrafia, dell’arte, del rituale, dell’antropologia e di tutto il contesto storico-culturale, nonché per l’incrocio, nelle pratiche e nelle tradizioni del sito, della cultura numidica con quella punica e quella romana. Il proget­to, inoltre, può apportare nuovi elementi di conoscenza per l’approfondimento del dibattuto problema dei “sacrifici umani”, che secondo la tradizione erano celebrati nella religione di Cartagine, nei suoi antecedenti fenici e nell’Africa romana.